Avete sentito l’espressione:

“Ai vincitori appartiene il bottino.”

Nei tempi antichi, i soldati che vincevano una guerra avevano la licenza di saccheggiare i villaggi. I vincitori potevano prendere qualsiasi cosa volessero. Rubavano. Si pensava che ne avessero diritto. Si considerava che prendere da un altro rendeva il vincitore notevole e meritevole.

Il bottino, in questo caso, significa la vincita. Il vincitore ottiene la vincita. Questo ha senso solo nel mondo, perché si pensa che un vincitore trionfi, per cui deve vincere qualcosa. In Verità, qualsiasi cosa possa essere la vincita di un vincitore, egli non ha vinto nulla. Il mondo dice che lui ha vinto. Ciò che ha vinto potrebbe non essere altro che qualche pacca sulla spalla e un aumento del suo ego. Questo è un profitto misero ricavato dalla vittoria. Il vincitore può avere fumo negli occhi. È stato ingannato. Ovviamente, gli uomini si ingannano. L’idea di vincere può diventare insaziabile.

Quest’idea di essere il più importante Mi ricorda la madrina cattiva di Biancaneve, che doveva essere la più bella in tutta la terra. Doveva distinguersi. Se doveva essere la vincitrice, gli altri dovevano perdere. Applicava un certo tipo di guerra. La sua vita era sicuramente fatta di egoismo. In un caso del genere, che cosa può essere vinto se non controversia?

Non c’è nulla di male nel giocare una partita con buon cuore e spirito. Giocate bene. Una squadra ha vinto, l’altra ha perso, così dice il mondo, eppure entrambe le squadre hanno giocato bene. Congratulazioni!

Possiamo dire che ai Santi appartiene il bottino. In questo caso, i Santi sono coloro che cercano il bene di tutti. I Santi sono umili. Hanno raggiunto la posizione vantaggiosa dell’umiltà. L’umiltà dice che va benissimo se qualcun altro arriva prima. Dal momento in cui i Santi diventano santi, essi vincono tutto. La Santità è la ricompensa. La Santità è Integrità. L’Integrità è semplice. Non ci sono tutti quei gingilli estranei che sono stati aggiunti. La Santità non ha in mente la prestazione. Uno che ha raggiunto la Santità sta pensando a qualcosa di più che a se stesso o alla sua squadra e all’orgoglio di possedere. La Santità non sacrifica nulla. La Santità esce vittoriosa.

Nelle coppie sposate, quando qualcuno deve vincere, entrambi perdono.

Forse quando eravate nella seconda elementare, avevate la calligrafia migliore. Per il momento vincevate su tutti gli altri. Non chiedevate di essere selezionati. Avete un ricordo molto dolce. Che possiate averne molti.

Ma non c’è da meravigliarsi se c’è una tale tendenza nel mondo a pensare che la felicità vi venga accordata dall’esterno. Il mondo coltiva l’idea che dobbiate aspettare che la felicità vi sia concessa. Infatti. Siete voi che concedete felicità a voi stessi. Nessuno può darvi felicità. Qualcuno può provarci quanto vuole, e non potrà rendervi felici. Può fare le capriole e non potrà rendervi felici. Solo voi potete rendere felici voi stessi. Tutti devono rivendicare la propria felicità. La felicità è auto-assegnata.

La felicità non vi è consegnata, davvero. Siete voi che state seduti in attesa della felicità. Se non arriva nel modo in cui vorreste, giungete alla conclusione che siete infelici. Veramente, la felicità è qualcosa che scegliete. Voi la decidete. Voi la dichiarate.

Questo Mi ricorda di un giovane erede al trono in una storia. Quando il principe doveva essere punito per cattivo comportamento, il suo amico e compagno doveva addossarsi la punizione dell’erede al trono. È così che stavano le cose nel mondo in quei tempi.

Tuttavia, quando il giovane erede al trono si ammalò e stava morendo, egli chiese se suo amico potesse morire al suo posto. La madre e il padre, il Re e la Regina, genitori sconsolati del principe, dovettero dire a loro figlio che no, suo amico non poteva morire al suo posto.

Così è anche con la felicità. Nessuno può darvi il passaporto per la felicità. Questo dovete farlo per conto vostro.