Alla base di molte incomprensioni

God said:

Chi non si è trovato in una situazione in cui lui e un altro sembrano essere forze opposte? Ciò che ha dato inizio a tutto questo, non è più il punto in questione. Naturalmente, ciascuna parte si sente offesa, e ciascuna parte si sente giustificata nella durezza del proprio cuore. Qualcuno non ha agito correttamente. Ciascuno pensa che sia stato l’altro a non agire correttamente. Ciascuno si sente vittima. Ciascuno vede l’altro come il cattivo, forse persino come un grande cattivo.

Ciascuna parte vuole essere amata. Qualunque sia stato l’evento innescante, ciascuna parte non ha amato e non è stata amata, almeno non abbastanza. Ciascuna parte si è arrabbiata. Per le parti coinvolte, diventa una questione d’onore, d’integrità, di virtù, di correttezza, di giustizia. È così che sembra.

La mancanza di consapevolezza di uno è diventata un oltraggio, un oltraggio imperdonabile. E ciascuno difende la propria posizione. Lui o lei è stato preso in giro. L’altro è stato senza cuore. L’altro non ha avuto alcuna considerazione. L’altro è il cattivo.

Sii guardingo quando vedi il tuo onore messo in gioco. Sostituisci la parola onore con la parola ego.

Almeno nei tempi andati, quando una coppia ballava e la signora faceva un passo falso, il gentiluomo diceva: “Mi perdoni.” In effetti, egli stava dicendo: “La prego di perdonarmi per il suo passo falso.” La società aveva istituito la danza in questo modo. In qualche modo questa cortesia entrò in uso. Questa cortesia, gentilezza al suo massimo, entrò in uso. Che bello! Che cosa ci costa dire: “Mi perdoni.”

Ora, ritorniamo ai due famigliari o amici offensivi/offesi e, attualmente, nessuno dei due riesce a farsi avanti ed essere il primo a lasciar andare l’offesa. Qualcuno deve lasciarlo andare. Devono essere in grado di abbandonare la durezza del cuore. Quando? Entrambe le parti, che desiderano che il macigno che le separa scompaia, sono come degli scolaretti che sostengono: “È stato lui a cominciare.”

Può darsi che sia vero. Può darsi che l’altro ragazzo abbia cominciato. Può darsi che abbia cominciato senza alcun motivo. Ma per quanto tempo dovrebbe continuare la lotta? La domanda migliore da fare è: “Chi porrà fine alla mini-guerra?”

Tutti credono nel perdono, ma spesso la testardaggine mantiene una forte sensazione di essere la parte lesa. Che c’è di tanto meraviglioso nell’essere la parte lesa? Come fa questo a giustificare te o chiunque e il tuo aggrapparti a ciò che deve essere lasciato andare?

Il perdono è lasciar andare un evento che è andato storto. Il perdono è libertà. Lasciar andare è libertà. Perdonare è rimuovere una barriera. Un cancello si è abbattuto, e ora togli di mezzo il cancello. Se nessun altro sembra in grado di rimuovere il cancello, allora forse sei tu che devi spostarlo.

Se c’è una colpa nell’episodio iniziale, si tratta della colpa dell’ignoranza. Una parte non aveva idea del dolore che stava per infliggere. Avrebbe potuto averla, avrebbe dovuto averla, ma non l’aveva. E dato che non crede del tutto in se stesso, lui/lei non può ammettere di non essere del tutto senza responsabilità, ma può darsi che lui/lei sia stato l’attore e non tanto il reattore. Siccome non apprezza se stesso abbastanza, colui che ha introdotto la separazione si sente costretto a ritenersi la parte ferita. La reazione dell’altro l’ha ferito, ed egli non è ancora in grado di superare il proprio dolore.

Non vi dico di mascherare i vostri sentimenti. Vi sto dicendo di cominciare a lavorare su voi stessi a livelli più sottili. Lavorate sul vostro cuore, affinché possiate parlare con sincerità e migliorare i rapporti.

Translated by: paula

 

Your generosity keeps giving by keeping the lights on