Unità sulla pista da ballo della vita

God said:

Fai spazio a Me. IntroduciMi nella tua vita. Nello stesso modo in cui scosteresti una tenda o apriresti una porta per un altro, proprio così apri la tua vita a Me. Nei tempi antichi sulla terra, uno si toglieva il cappello e faceva un cenno a qualcuno con un gesto plateale, dicendo: “Passi davanti a me”. Esattamente così, invitaMi con un cenno a condurti dove vuoi andare. Invitare Me è una cosa naturalissima. Non richiede gesti plateali. Richiede consapevolezza.

Non è proprio che Io abbia bisogno di un invito, perché vado con te comunque. Ma il tuo invito significa annunciarti a Me. Significa presentarti a Me. È il tuo modo di dire: “Ti ammetto, Dio. Entra. Vai davanti a me. Mostrami la strada".

Io ti dico: “Hineni, eccoMi”.

E tu dici a Me: “Dio, anch’io sono qui. Sono qui per Te. Perché Tu, caro Dio, sei il mio Prescelto. Ti ho scelto nello stesso modo in cui Tu scegli me. Ci scegliamo a vicenda. Mi chiedi di essere il tuo partner di ballo ed io metto la mia mano nella Tua, e Noi balliamo. E anch’io oso invitare Te a ballare con me, perché Tu conosci i passi. Io no. Tu conduci e i passi non hanno importanza. Mi porti oltre i passi. Mi porti oltre la pista da ballo. Mi porti oltre me stesso fino al Cielo dove, in verità, la musica ha avuto inizio".

Mi fai girare sulla pista da ballo della vita. Facciamo un ballo e poi un altro. Ci sono tanti balli, ma solo Un Ballerino. C’è Unità. Il movimento si ferma e il ballo va avanti.

C’è un Unico Insegnante. C’è un Unico Studente. La somma totale è Uno.

Proprio la sua grandiosità lo rende semplice. Lo vuoi semplice, non è vero? Non vuoi più la complessità? Complesso è tutto ammassato insieme e tutto fatto a pezzi. E tu re-ammassi i pezzi e rendi difficile il ripristino. Pensi di trovarti in un dilemma. Guarda al di là dell’ammasso che hai creato. Le tue mani non devono ricostruire. I tuoi occhi ricostruiranno. Con i tuoi occhi, i pezzi si assembleranno da soli. Quando guardi in alto, tutto assume il suo legittimo posto e tutto è ristabilito. È stata soltanto la tua vista frenetica a falsare ciò che non era mai andato in pezzi.

La danza divisa in passi non è la danza. La danza è molto di più dei passi. Vuoi la danza, non i passi.

Non sei obbligato a ballare da solo. Non hai mai potuto. Inoltre, da solo è meno divertente.

È naturale condividere, perché è con te stesso che condividi. “Che aspetto ho?”, chiedi allo specchio.

E mentre balliamo, e mentre tu condividi Me, vedi che aspetto hai. In effetti, vedi che cosa sei, perché è la verità che vuoi vedere, non delle apparenze. La verità non è una qualche cosa orribile. È una cosa bella, facile. La verità non è un calcolo. La verità è uno scoprimento. Ed è te stesso che scopri.

Considera la Verità la danza e la falsità i pezzi della danza. Soltanto assieme nell’Unità la danza ha senso. La totalità ha senso. I pezzi non hanno senso. Ma questo non è un puzzle che devi mettere insieme. Non devi preoccuparti dei pezzi. Bada alla Totalità e l’assemblaggio sarà compiuto.

Che tu sia sulla pista da ballo o ai suoi bordi, sei al Ballo. Sei presente. Ti trovi lì. Tanto vale che balli. Tanto vale che tu venga a ballare con Me. Vieni a danzare con Me.

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Translated by: paula

 

Your generosity keeps giving by keeping the lights on