La vita che conduci è la tua reazione alla vita
Qualche volta senti che un cambiamento nella tua vita, una relazione interrotta dalla morte o dalla vita – come perdere il lavoro o ammalarti e così via –, equivalga alla fine del mondo. Ti pesa intensamente. La morte non è la fine del mondo. Un tornado non è la fine del mondo. Nulla è la fine del mondo. Una fase della vita è cambiata. Una fase nella vita sta sempre cambiando. Questo È il mondo.
Hai una base solida, eppure puoi vacillare in continuazione. Ti senti come se stessi viaggiando sulle montagne russe, mentre stai in effetti viaggiando su una scala mobile silenziosa.
Tutto nella vita ti fa progredire, quello che gradisci e quello che non gradisci. La vita e le sue eccentricità non devono essere prese a livello così personale. Devi essere scoraggiato perché la vita prende una direzione e non un’altra? Questo è tipico della vita nel mondo.
Sai, amato, tu non sei un cowboy e la vita non dovrebbe essere un cavallo che stai domando. La vita assomiglia di più a un cavallo che cavalchi per il piacere di farlo. La vita non è sempre prevedibile. Sorprendi te stesso e accetta e adattati a quelle che vedi come delle difficoltà.
La vita è destinata ad essere incostante. La vita non sempre è il tuo cavaliere difensore. La vita può essere un cavallo selvaggio. Non fa niente se cadi ogni tanto. E che cosa ci si aspetta che tu faccia in quei momenti? Beh, tirati su e risali in sella, ovviamente. Continua a cavalcare, cavalcare, cavalcare.
Se il terreno è accidentato e devi camminare scalzo, allora cammini scalzo.
E se devi sederti a riposare, allora ti siedi e ti riposi.
La vita non è destinata ad essere scintillante in ogni momento. Né la vita è destinata a farti fuori. La vita dipende dalla tua reazione ad essa. La vita che conduci, è la tua reazione alla vita. Non devi cantare “Tempo burrascoso”. Puoi benissimo cantare una canzone intitolata “Tempo soleggiato”.
Se fa troppo caldo per cavalcare nella landa a mezzogiorno, allora cavalca nella landa a mezzanotte.
Tu non hai tutte le scelte, però hai delle scelte.
Quando persone care muoiono, hai il diritto di sentirne la mancanza, e puoi anche ricordarti che i cuori sembrano spezzarsi e i cuori si riprendono, e il tuo cuore non sanguinerà più.
La vita, così come l’hai forse conosciuta, ti ha abbandonato, ma tu non sei abbandonato. Che cosa è cambiato? Quello che è cambiato è il posto in cui sei. Non vai più negli stessi posti in cui andavi. Non fai più una passeggiata con il tuo caro, ma tu sei ancora tu, e ti è ancora offerta la vita. Quando continui a sentirti privo, come se essere privo fosse una dichiarazione del tuo amore e della profondità della tua lealtà, continuerai ad aggrapparti al dolore finché potrai.
Forse sei tu ad essere ingiusto verso te stesso. Forse hai condannato te stesso alla disperazione. Forse è la tua protesta che permette la tua sofferenza. Forse sei il colpevole, mentre la vita sta semplicemente mettendosi in mostra. Forse ti sei condannato alla schiavitù e ti sei nominato martire. Un crimine non è stato commesso contro di te. Tu l’hai commesso contro te stesso, e potresti continuare a commettere il crimine che denunci. Sei tu che non vuoi assolverti. Sei tu che non vuoi darti la libertà di goderti e assorbire i momenti belli.
Non credere che Io sottovaluti il tuo dolore. Semplicemente, il dolore non deve essere tenuto. Bisogna lasciarlo andare. Non potrai riportare indietro il tuo caro a tenerti la mano o riottenere il tuo vecchio lavoro o qualunque cosa sia quello che ti addolora, ma puoi riportare te stesso in vita sulla parola. Abbastanza sicuramente, devi farlo.
Translated by: paulaPermanent link to this Heavenletter: https://heavenletters.org/la-vita-che-conduci-e-la-tua-reazione-alla-vita.html - Thank you for including this when publishing this Heavenletter elsewhere.
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