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Heavenletter #6618 Il Godwriting è lo sbocciare di una rosa

Heavenletter #6618 Il Godwriting è lo sbocciare di una rosa

Dio disse:

Amato, questo è vero. C’è grande gioia nel Godwriting. Non scrivi mai per la disperazione. Non ti spingo verso l’idea che tu debba far sparire le tue tracce con il Godwriting. Tu sei tu, Godwriter o no. Tu sei la Mia beneficienza, pronto o no.

Il Godwriting scorre dalle tue dita che battono i tasti o dalla tua penna e, in definitiva, dal Nostro Unico Cuore.

Allo stesso tempo, il Godwriting significa prendere l’iniziativa. È una responsabilità. Possiamo dire che nel Godwriting c’è un lato tenero e un lato risoluto. Tu sei lo strumento. Un compositore, che compone della grande musica, sta scrivendo la musica più grandiosa della sua vita. Un compositore conosce la differenza tra un capolavoro che esplode al di là della sua individualità. È ispirato. Chi l’ha scritto? Chi ha fornito effettivamente le note? Sono venute giù per una cascata dal Cielo.

Un individuo ha colto una nota ed ha annotato una nota che è arrivata dall’aldilà. Ha suonato la campana. La musica scorre attraverso le sue vene. Egli ha ricevuto una spinta, per così dire.

In quel momento il compositore, a cui è attribuito l’opera, si è seduto ed ha scritto della bella musica. Ha premuto i tasti. Le note sono belle. Scorrono attraverso lui. Sono venute da lui, eppure sono state suggerite da qualche altra parte. Potrebbe essere che le note siano state la sua consegna da parte di Dio.

Non ci sono parole per descrivere la buona sensazione che si attacca a te. Questo è idilliaco, e questa è la Verità Pura e Semplice di Dio.

Tuttavia, Io non desidero eliminarti del tutto.

Sei ancora seduto su una sedia. Stai ancora battendo i tasti o scrivendo a penna.

La vita ti fa ancora altre richieste.

Non sempre sei a tuo agio nell’indossare un bell’abito da ballo.

Cionondimeno, è come se suonasse il telefono e tu rispondi spontaneamente, come se fosse un gioco da ragazzi. Anche tu fai parte del processo. Non sei portato in giro così come un ventriloquo porta in giro il suo pupazzo. Non ti è tolto tutto il potere.

Se fai del pane, c’è anche un momento in cui tiri su le maniche e prendi qualche iniziativa. Ti dai da fare per stendere la pasta sul tavolo della cucina. Il processo ti è intrinseco. Mi ascolti fino in fondo. Nel contempo, non voglio attribuirti dei passi attraverso un discorso. Non desidero suggerirti dei passi, come se questo fosse qualcosa di così definito come i passi. Il Godwriting è un po’ la tua volontà e tuttavia non totalmente sotto la tua volontà – piuttosto come un tuo ricevere.

Un Godwriting può essere come una scoperta. Stai attraversando una foresta e non sei del tutto sicuro di dove stia andando. Potremmo dire che è come se Io stessi dando dei sassolini a Hansel e Gretel per segnare il sentiero.

Da che parte indica questa freccia? Come unisco questi sassolini? Che senso do a tutto questo? Qualche volta il Godwriting è pieno di frasi semplici. Qualche volta devi riuscire a capire. Che cosa vuol dire questo Godwriting? Non si tratta di un giudizio da parte tua. È piuttosto:

"Dio, che cosa stai dicendo qui? Come faccio a tradurre quello che Tu stai dicendo, rendendolo più comprensibile? Che cosa intendono dire le parole, le frasi, i segmenti e i paragrafi? Dev’essere così per un traduttore che traduce una Heavenletter dall’inglese in italiano o spagnolo o francese o greco o tedesco o olandese, o qualunque sia la lingua in cui ha il dono di tradurre”.

Non si tratta di un compito scolastico. È un servizio che doni a Dio, perché è questo che tu vuoi. Potresti pensare al Godwriting stesso o anche alla traduzione come nella modalità di osservare una prugna che matura sull’albero oppure guardare un fiore schiudersi. Non è una fatica. Se ha qualche nesso con la fatica, è quello di amare se stesso con impazienza come lo sbocciare di una rosa.

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