Heavenletter #6619 Percezioni di Vita nel mondo
Heavenletter #6619 Percezioni di Vita nel mondo
Dio disse:
Amato, devi sapere che ci sono molti là fuori nel mondo che piangerebbero per la gioia se avessero la fortuna di avere tutto quello che tu hai nella tua vita, che tu forse prendi per scontato, che forse non noti nemmeno, né consideri anche solo una volta di cantare a Me: “Grazie, Dio!”.
Amato, non aspettarti che Io ti faccia sentire in colpa. Il senso di colpa non è meraviglioso. Il senso di colpa non ti aiuta a digerire il cibo. Non ti chiedo di nutrire dei sensi di colpa. Il senso di colpa non è tuo amico. Non serve a te né a nessuno. Ti chiedo di goderti il cibo donatoti da Dio. Sii di buon cuore. Fai del bene, ma assolvi il tuo cuore dal senso di colpa imposto.
Ti è stato insegnato da molto tempo a portare la colpa per la mancanza di un altro? Da piccolo, tua madre, ben intenzionata, ti diceva di pulire il tuo piatto, perché c’erano dei bambini affamati in un paese povero che non avevano nulla da mangiare mentre tu sprecavi del cibo. Può darsi che tua madre ti abbia mostrato come portare questo senso di colpa con te dietro le quinte. Che cosa avresti dovuto fare? Se avessi potuto allungare la tua piccola mano abbastanza, avresti felicemente condiviso l’intero piatto di cibo o di più, a scatola chiusa, con il bambino affamato, altrettanto meritevole come te.
Vivi la vita con gioia. Non è gioia per te pensare alla disuguaglianza della vita, tutto quello che tu hai e che un altro bambino non ha. Non hai tolto il cibo dalla bocca di un altro. Il senso di colpa è un fardello, non amore. No, il senso di colpa non è amore. Il senso di colpa è una penitenza pesante. Io non incoraggio egoismo né incoraggio il senso di colpa. Nessuno dei due eleva il mondo. Il senso di colpa non nasce dalla gioia né dall’amore, no, non raccogliere sensi di colpa. Raccogli il Sole.
Sì, Amato, la vita non è così semplice. Non portarti addosso tutti i guai del mondo. Il senso di colpa non è virtù. Il senso di colpa è deprimente. Trova un modo di illuminare le stelle.
Quando opprimi te stesso coi sensi di colpa, di quale irresponsabilità devi stare accusando allora Me, Dio? - Sia che lo pensi consciamente a voce alta o meno.
Non ho alcun desiderio di rammentarti di quei giorni della tua infanzia in cui tua madre, ben intenzionata, può averti aperto gli occhi verso i bambini poveri in Russia o in Cina. E se il tuo controparte era abbastanza fortunato, se ne andava a dormire affamato sotto un albero o sotto un ponte. Se si fosse lamentato di sua madre per qualcosa, sarebbe stato per la sua assenza. Non si sarebbe svegliato lamentandosi con sua madre perché l’aveva svegliato. Se si fosse lamentato di qualsiasi cosa riguardo a sua madre, sarebbe stato perché lei era assente. E se tu avessi dovuto lamentarti della mancanza di una madre piuttosto che della presenza di una madre attenta?
E se non ti fosse necessario stare attento a non guadagnare peso ma piuttosto domandarti dove potresti trovare la prossima crosta di pane? Non è una Mia idea che l’uno o l’altro bambino sia per sempre ritenuto responsabile di quando e dove è nato.
Quale bene puoi dare a te stesso o ad un mondo di cui sei stato riconosciuto fondamentalmente colpevole? Nello stesso tempo, c’è anche un’altra considerazione riguardo alla Verità. Il pensiero elevato che Mi hai sentito pronunciare a Te, Che sei Me Stesso, che ognuno è responsabile verso tutti per tutto – è vero anche questo.
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