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Heavenletter #6617 Senza un inizio può esserci una conclusione?

Heavenletter #6617 Senza un inizio può esserci una conclusione?

Dio disse:

Amato, quando Io dico che non esiste inizio né fine, forse senti fortemente che debba esserci un qualche tipo di finale con cui chiudere. Mi domandi:

“Dio, la creazione non esisteva, almeno presumibilmente, già prima che i Tuoi figli potessero atterrare sulla Terra, quantomeno bloccati nell’illusione del mondo relativo? Dev’esserci stata almeno una presunzione del mondo illusorio come stabilito. Per lo meno si può dire in maniera veritiera che il mondo esterno ci fosse prima dell’arrivo dei Tuoi figli. Questo è stabilito o sottovalutato? Questo diventa confondente per me.

“Almeno una parte della vita esiste direttamente, Dio, perché Tu dovevi esserci per salutare Adamo ed Eva e per pronunciare la Verità adesso”.

Io, Dio, penso, parlo, ti sento tremare, e ti amo. Io vedo una ragione per ogni cosa, mentre tu, Amato, sei confuso. Di che cosa tratta tutto questo? Io sono Dio o non lo sono? Sembra inevitabilmente che IO SIA, ma poi implico che tu sei una nullità? Io non sono un Dio Fantasma, eppure può darsi che ti senta lasciato in un dilemma riguardo all’essere Me pure tu.

“Caro Dio, è vero, io pondero molto. Sì, ho grande fede in Te. In un modo o nell’altro, devo avere qualche fede esigente anche nel mio Sé Superiore. Dio, capisci la mia complessità?

“Parte di me vorrebbe essere bloccato sul posto solo fino ad un certo punto. Vorrei conoscere l’Essere una volta per tutte, ma non voglio essere bloccato sul posto. Voglio l’Infinito e non vedere il mio sé personale come finito. Troppo spesso la vita, che sembro vivere, fa troppo male perché la possa accettare come legittima.

“Dio, non voglio vivere in un mondo in compagnia della morte, così com’è, che si avventa su tutti, come si presume che faccia. Mi spezza il cuore. La vita vera non può essere indipendente? Come posso giustificare il fatto di continuare a vivere in compagnia di una cosa come la morte, mentre mio padre e mia madre se ne vanno a morire e, a tutti gli effetti, mi lasciano? Come posso desiderare di vivere ancora in uno stato individuale di coscienza in un mondo in cui mia madre e mio padre e altri cari non ci sono più? Sì, capisco che ci sono delle ragioni pratiche di cui tenere conto anche per la morte e che queste ragioni pratiche sarebbero difficili da superare – come capisco pure che altre ragioni per tali decisioni sarebbero difficili da superare. Tuttavia, continuo ad imbattermi nell’impossibilità di lasciare consciamente che i miei cari se ne vadano in quella che è chiamata morte. Naturalmente, Dio, non ho altra scelta che non complicare le Tue attuali condizioni di vita e morte.

“Sappiamo, comunque, che questa conversazione è in atto soltanto nella mia fantasia. Tu non mi dai la scelta di vita o di morte per i miei cari. Così è la vita, che mi piaccia o meno. Non ho la capacità di contrattare con le regole di base. Onestamente, Dio, potrei mai avere il coraggio di chiederTi questo? Suppongo che voglia soltanto che sia registrato che, malgrado le questioni sollevate e tutti gli anni di assenza, vorrei ugualmente che i miei genitori vivessero per sempre. Come sono rimasto nel mondo senza loro?

“Ovviamente non voglio di certo alcuna della responsabilità che Tu hai nel far funzionare l’Universo. Non mi è mai piaciuto tanto la responsabilità comunque.

“Non potrei possibilmente avvicinarMi neanche lontanamente a Te nello scegliere i colori dei fiori per il Nostro Mondo. Su quali colori del cielo delle albe e dei tramonti avrei potuto decidere? No grazie, Dio. Tu conduci e io seguirò”.

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