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HEAVEN #3971 Scene in una commedia

HEAVEN #3971 Scene in una commedia, 9 ottobre, 2011

Dio disse:

Tu non sei stato inventato. Sei stato creato. Sei stato creato con la Mia piena consapevolezza. Sei sbocciato proprio davanti ai Miei occhi. Quanto è bella la Mia creazione. Io ho creato una bella Terra e ho creato un bel te da giocarci sopra. Potrà non sembrare così, eppure la Terra riguarda tutto un gioco. Quanto è preso sul serio il gioco. Quanto sono apparentemente reali le poste in palio. Quanto ti aggrappi ad esse. Quanto sei disperato riguardo ai tuoi obiettivi. Ciò nondimeno, il tuo risultato è assicurato, perché tu ritorni da Me in un batter d’occhio.

Nella vita non si tratta di tutto quello di cui tu pensi si tratti. Tutto non dipende da ciò da cui tu pensi tutto dipenda. Le piccole scaramucce sono una digressione. Hai avuto una fantasia dalla quale ti sveglierai. Svegliati ora.

La vita è stata vita o morte per te. Ha avuto una tale importanza per te. Di tale importanza è stato il gioco che facevi, l’esame di ortografia, il graffio sul ginocchio, cosa pensava tua madre, cosa faceva tuo padre per vivere, e come configuravi il mondo. Tutte queste cose non sono nulla. Svaniscono.

Non ci sono tempeste, eppure ti aggrappi alle tempeste. Non esiste il successo, e non esiste alcun fallimento. Il mondo attribuisce validità al successo o meno successo, ma ogni partita nel gioco è quel che è e, pertanto, di successo. Nella vita non si tratta di tutto quello di cui pensavi si trattasse. Quanto sei triste nello scoprire che hai seguito regole non esatte. È il gioco che conta, non le partite individuali.

È come se la tua vita fosse un collage, un collage di persone e ricordi, e quanto è mirabile il tuo collage. Che opera d’arte. Con quanta complessità tutto combacia. In che maniera eccezionale. Quanto è individuale ogni partita e, allo stesso tempo, quanto universale. Magnifici sono i tratti che fai su questo affresco della vita a cui contribuisci. Tu credi nei risultati.

C’è un unico risultato. Tu vieni da Me. Questo è l’epilogo. I segnapunti sono un travestimento, ma un travestimento molto convincente. Tu sei un giocatore in una fantasia. Sei un giocatore che si sta rendendo conto della Verità. Quanto sul serio hai preso la vita. Che dramma hai spiegato davanti a te. Ed è tutto, tutto di esso, un miraggio che tu hai giurato essere vero. Hai bevuto l’acqua, ci hai fatto il bagno. Quanto appare reale il mondo materiale e tutto il tuo contegno in esso. Quanto sono vicini i dettagli quotidiani. Quanto lontana la Verità. Tu consideri reale il mondo e metti da parte la Verità per un altro giorno. Non c’è alcuna tragedia, amati. C’è una danza della vita, e qualche volta questa danza diventa confusa. Vi fate prendere da essa. Non sapete come uscirne.

Tu hai una base grandiosa, e spesso la trascuri. I tre piccoli porcellini nella storia usavano mattoni, legno e paglia. Il lupo cattivo li buttò giù tutti soffiando, tranne i mattoni, ma nemmeno il mattone dura per sempre, né è destinato a farlo. Cuore e anima vivono per sempre. Fai la tua scommessa.

Ciò che è durevole, dura. Ciò che è temporaneo, è temporaneo e non dura. Tu non sei temporaneo. Sei per sempre. La tua vita ora è una scena nella commedia. La commedia stessa è di lunga durata. È eterna. Tu sei il frutto della Mia vite. Sei il raccolto che è cresciuto nei campi della Terra, e cresci e ritorni in Cielo mentre cresci nella consapevolezza di Chi sei e Dove sei, anche quando credi di essere da qualche altra parte. Anche quando pensi di trovarti da qualche altra parte, anche mentre sei su un altro palco in primo piano, tu sei in Cielo.

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Traduzione di Paula Launonen