Heavenletter #6206 Da dove viene il Godwriting? II

Dio disse:

Durante il dolce processo naturale del Godwriting, tu sei un ascoltatore. Non è esattamente che ti metta da parte, però sei da qualche parte nel sottofondo. Sei quasi non presente, ma non sei nemmeno in una sorta di sogno vacuo ad occhi aperti. Sei piuttosto come un testimone del Godwriting. Sei presente nel modo in cui è presente un registratore innocente. Stai ascoltando, un semplice ascoltatore. Ascolti silenziosamente ad una profondità più profonda dell’ascolto. È come se avessi toccato ancor più in profondità.

Sei qui e non qui, ma sei tu con la penna in mano o con la tua tastiera su cui batti con la punta della dita. Tu assisti. Sei l’Ascoltatore. Non sei il Paroliere, ma senti e presenti le Mie Parole. Non sei assente dalle Mie Parole, né sei il Grande Dio Scrittore Stesso. Nello stesso tempo, ad un livello ancor più profondo, puoi provare stupore per il fatto che Io e te, dopotutto, siamo Uno. Rimani modesto, mentre puoi renderti conto che stai registrando dal profondo intimo del Mio Cuore. Non t’importa di farti da parte. Siamo entrambi contenti di partecipare al Godwriting.

Quando hai imparato a parlare, hai capito come farlo. Quando hai imparato a scrivere a mano, sei stato felicissimo. Trai gioia dal Godwriting, Godwriter, ma non pretenderne il Possesso. Il Godwriting viene come un sorriso o una benedizione da Me.

Mi piace il suono della parola, Godwriter. Sono stato Io a scegliere il nome Godwriter? Non dico questo come un fatto. Il nome può essere nato per conto suo. Ovviamente, abbiamo a che fare con un mezzo più Elevato di un fatto. Tu, che prendi nota delle Mie Parole, le scrivi per mezzo di un ascolto sottile senza sforzo.

Questo processo è più grande di qualsiasi nome che gli diamo.

Proprio le tue mani sono le mani che annotano ciò che a malapena Mi senti dire nella pulsazione del tuo cuore, un suono oltre il suono appena udito. Io sussurro così silenziosamente che il riconoscimento nasce dal di dentro del tuo cuore vagante, da qualche parte, in qualche modo.

Potrei chiamare il Godwriting una Santa Alleanza tra di Noi, anche se, generalmente ma non sempre, sentire Me non sembra niente di eccezionale. Durante il processo, il Godwriting non dà quasi l’impressione di una cosa importante. Non ti aspetti i lampi e i tuoni. Perlopiù, il Godwriting non è un’esperienza straordinaria al momento del Godwriting. Può risultare talmente ordinario che non riesci a credere che sia affatto notevole, e dubiti della tua abilità.

Naturalmente il Godwriting non ha nulla a che fare con l’abilità. Più tardi, anche se non è necessario, potresti dire WOW!

Certamente, il Godwriting non è una cosa da calcolare. Come meglio puoi, rimani lontano dalle valutazioni personali. Accetta le Parole senza sviscerarle o interpretarle in qualche modo. Accetta.

Possono esserci delle occasioni in cui le Mie Parole sembrano impadronirsi di te e ti senti trasportato in un Regno Superiore, e non vorresti andartene mai. Cionondimeno, sei il semplice trascrittore dei Miei Pensieri, mentre li afferri con noncuranza senza aggrapparti ad essi con coinvolgimento.

Tu sei un Essere Umano che capta un battito. Capti un suono di tamburo da qualunque lingua possa essere la tua. Ciò che senti, non è erudito. Un linguaggio semplice da prima elementare, racconta miracoli. Bellissimo! Sii felice, ma non prenderlo come un orgoglio personale. Sii orgoglioso di Me come il Godwriter.

I Godwriter ascoltano un Unico Dio, qualunque sia il nome con cui Mi chiamate. Non è che tu, Godwriter, sia un qualche tipo di pupazzo che sente Dio, ma non sei nemmeno il Suo formale interprete. Ti capita solo di cogliere qualcosa di quasi impercettibile. Non stai nemmeno buttando giù la porta di Dio, sebbene possa sentirti ardente.

Ogni tanto, può capitare che ti sprofondi più intensamente nei Miei Pensieri. Non vi sei obbligato, ma lo ami quando lo fai.

Continua:

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