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HEAVEN #1460 Una nuotata nell’Oceano dell’Amore

HEAVEN #1460 Una nuotata nell’Oceano dell’Amore

Dio disse:

Ricordatevi delle cose semplici. Sono da assaporare.

Ciò che è complicato, complica. La semplicità semplifica.

In realtà non vi serve la complessità.

In tutte le aree della vita, semplificate.

E’ simbolico dire di viaggiare a piedi nudi e con uno zaino in spalla, o con un piccolo tappeto in cui avvolgere i vostri possedimenti, e questo non canta forse la melodia della semplicità e della facilità nella vita? Il testo dice: Porta poche cose con te.

Tutti i vostri beni e tutti i vostri debiti sono pensieri provenienti dal passato. Quanto è semplice la vostra vita quando allentate la presa delle dita del passato su di voi. Potete tenere i vostri mobili e oggetti, ma non lasciate che vi posseggano.

Andate avanti nella vita, come se non aveste alcun possedimento e alcun debito, poiché, in verità, non ne avete. Che cosa possiede un uomo semplice, e che cosa deve?

Da questo momento in poi, vi dichiaro liberi dal concetto di debito. Vedete quanto più profondamente respirate.

Da questo momento in poi, dichiaro tutti liberi dalla sensazione pesante di debito e dalla presa che essa ha su di voi. E così siete anche sollevati dall’obbligo di ricordare che qualcosa vi è dovuto. La sensazione di dovere qualcosa o che qualcosa vi sia dovuto e la sensazione di possedere o essere posseduti, sono come dei sottili fili di ferro stretti forte attorno al vostro petto. Ora Io rimuovo quei fili e li sostituisco con morbidi nastri di luce. Siete liberi dal legame del passato e dal peso emotivo del concetto di debito e debitore.

Oggi cominciate da capo come un essere libero che, in ogni caso, è la verità delle cose. Ma oggi voi sapete questa verità e, con allegria, il vostro cuore salta. Nulla può essere uguale oggi, quando andate avanti nella libertà e nella verità.

* * *
Voi non siete uno di molti. Non siete uno in un milione scintillante. Voi siete Uno. Voi siete il Mio Uno. Siete l’Unità che IO SONO. Per un attimo pensate di essere uno spillo sulla mappa della vita sulla Terra. Per tutto il tempo, siete il Tutto.

Voi siete il surf e colui che fa surfing e siete l’Oceano su cui scivolate. Che cosa, dunque, state cercando?

L’Oceano non potete tenerlo per voi stessi. Non potete nuotare in esso senza schizzare. E perché vorreste? Non vorreste scivolare attraverso l’Oceano senza essere notati. Non vorreste fare delle bracciate attraverso esso da soli e senza spruzzare. La ragione per cui la solitudine è così infelice per voi è che, nel profondo del vostro cuore, voi sapete che l’essere soli, e la sua controparte solitudine, non sono la verità e che l’Unità la è. L’Unità non è solitaria o isolata. L’Unità è la pienezza dell’amore e del cameratismo. E’ un dono singolare.

C’è un unico tuffatore nell’Oceano di Se Stesso, e siete voi (che significa Io). Voi siete Colui che emerge dalle profondità e spruzza l’Oceano di Se Stesso. Voi posate come la balena e il pesciolino, mere invenzione vostre. Quanto sono belle le invenzioni. E’ bello immaginare tutte le meraviglie del mondo, e ancor più bello sapere che esse sono voi, che non esiste null’altro nel mondo intero tranne voi ed Io - - e risate e gioia e amore e altro amore e altre onde dell’Oceano. Ondate di Noi si piegano e si spiegano come bandiere. Ondate di Noi si avvicendano, sciabordando con gioia nei raggi del Sole e per la gioia del Sole. Noi esponiamo al sole il Nostro Unico Sé nella luce dell’amore, praticando gesta d’amore in un mondo che dichiara, che c’è poco spazio per Noi.

Quanto è semplice una nuotata nell’Oceano dell’Amore.

HeavenlettersT
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Traduzione di Paula Launonen

Eh! Vallo a raccontare alle

Eh! Vallo a raccontare alle balene!

"(ANSA) ROMA - La caccia alle balene - un vero e proprio bollettino di guerra: in 18 anni gli arpioni giapponesi hanno ucciso settemila balene: una al giorno. E dall'Antartide arrivano i racconti di chi ha visto da vicino cosa significa veder morire questi giganti buoni.

"Un'agonia che può arrivare anche a 50 minuti", ha detto Caterina Nitto, la skipper milanese di 33 anni, che in Antartide guida i gommoni di Greenpeace per sfondare la linea di caccia delle baleniere e da poco rientrata in Italia. Per l'ultima campagna di caccia è tempo di bilanci.

Quest' anno, forse per la prima volta, il Giappone ha interrotto in anticipo la stagione per un grave incendio che è scoppiato a bordo della nave officina della flotta baleniera giapponese, Nisshin Maru, che ha causato un morto nell'equipaggio, un macchinista di 26 anni.

La nave è rientrata in porto a Tokyo nelle scorse ore. Il bottino parla di 508 balene (505 balenottere minori e tre balenottere comuni) contro un piano che prevedeva l'uccisione di 860 esemplari (850 balenottere minori e 10 balenottere comuni). In arrivo in Giappone direttamente dall'Antartide c'é la nave Esperanza di Greenpeace che intende lanciare proprio da Tokyo una grande campagna di informazione. Ma non ci sarà Caterina Nitto, tornata in Italia dopo aver trascorso questi ultimi mesi in Antartide per cercare di sfondare la linea di caccia delle baleniere. Caterina è alla sua seconda campagna contro la caccia alle balene e ha visto da vicino gli orrori di questa strage che per Greenpeace resta "incomprensibile" visto che "non ha dato nessuno dei risultati scientifici dietro cui è stata mascherata". "Tutte le balene uccise mi colpiscono", ha detto Caterina Nitto.

"L'arpione è carico di dinamite. Se l' arpione - ha raccontato l'attivista - viene sparato nel cervello la balena muore immediatamente ma è rarissimo che venga colpita esattamente in un punto vitale, spesso viene colpita sulla schiena o sulla coda e allora si sfoderano i fucili. Ma la balena finisce sotto la prua della nave, si ribalta e la testa va sott'acqua. E si va avanti così anche a lungo". "Più di una volta - ha detto ancora Caterina Nitto - ho visto balene completamente squartate resistere anche 40-50 minuti. E' veramente un'agonia".

Per la skipper quest'anno c'é un nuovo fatto decisivo per fermare la flotta baleniera giapponese: "L'incendio sulla Nisshin Maru - ha detto Caterina Nitto - è l'ennesima prova che non deve più andare in Antartide. Non è la prima volta che succede un incidente a bordo della nave dove vengono macellate le balene. Oltre al danno ambientale per la caccia, si è rischiato un altro grande rischio ambientale, quello dello sversamento di idrocarburi". La prossima tappa di Greenpeace la campagna di informazione: "A bordo - ha detto Nitto - avevamo attivisti giapponesi e molti non sapevano nemmeno che il Giappone caccia le balene".

Ma la carne la mangiano? "Non la mangiano più. Si mangiava nei periodi di crisi ma ora la caccia massiva non ha più senso e arricchisce solo poche persone". Ora l'obiettivo è rivolto alla riunione della Commissione baleniera internazionale (Iwc) la cui sessione plenaria si svolgerà a fine maggio ad Ancorage, in Alaska. La battaglia sarà tra l'altro proprio "la validazione del piano giapponese di caccia - ha detto Alessandro Giannì, responsabile mare di Greenpeace - stiamo facendo i conti ma molti paesi amici delle balene si sono messi in regola con i pagamenti Iwc ma l'Italia deve assumere un ruolo più attivo nel senso di fare pressione su questi Paesi amici".

(fonte: http://www.luigiboschi.it/?q=node/1785)

E questo per i cugini delle

E questo per i cugini delle suddette, i delfini:

"L'oceano all'improvviso cambia colore e le sfumature turchesi che normalmente lambiscono le coste della baia di Taiji lasciano posto al rosso del sangue. Lo sguardo del delfino è disperato, il suo occhio si spegne in uno sbuffo di acqua che sembra una lacrima, il muso è ricoperto da una grande macchia color porpora. La sua agonia durerà poco, o forse comunque troppo: di lì a pochi minuti sarà gettato come un sacco di patate sulla banchina del mollo, appeso al gancio del verricello di un piccolo camioncino e trascinato sul cemento fino ad un capannone dove mannaie e seghe elettriche metteranno fine al suo destino. Sezionato e diviso in parti arriverà nei frigoriferi di ristoranti e industrie conserviere...
(segue su: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/10_Ottobre/07/delfini.s...)

per inciso: (ANSA) LONDRA,

per inciso: (ANSA) LONDRA, 10 FEB: La carne di balene uccise dai cacciatori giapponesi finisce in cibi in scatola per cani. Lo denuncia un'associazione ambientalista britannica. Secondo l'Associazione per la tutela delle balene e dei delfini, infatti, il Giappone sta cercando di smaltire migliaia di tonnellate di carne non consumata immagazzinata nei congelatori, utilizzandola per il confezionamento di alimenti destinati agli animali domestici.