Perdonare significa lasciar andare. Quando perdonate, non state commettendo un grande atto di carità. State semplicemente lasciando andare.

Vi sto parlando adesso principalmente degli errori di tutti i giorni che prendete personalmente e pertanto rendete importanti per voi stessi, e tuttavia sapete che sono insignificanti.

Se qualcuno vi fa un maglione e scoprite che nella manica c'è una maglia saltata, sentireste la necessità di perdonarla per questo? Non pensereste nemmeno che il suo errore abbia bisogno di perdono. Non pensereste che sia successo qualcosa che dovete perdonare. Non pensereste di essere superiori a qualcun altro. Non pensereste che il perdono farebbe di voi un Re e del perdonato un sottoposto! Il rendervi conto che qualcuno ha fatto un errore nel maglione che ha fatto per voi, non vi renderebbe importanti e potenti, nobilitandovi come se il perdono fosse un sacrificio posto sull'altar maggiore! Non pensereste di essere un Re che crea cavalieri i suoi sudditi. Non appuntereste una medaglia ad una magliaia che fa cadere una maglia, richiamando così l'attenzione sul suo errore!

La maggior parte delle cose che vi offendono non sono più che una maglia saltata. Voi dite: "Oh, no, Dio, questa cosa era molto di più!" E continuate a ripetere una storia che avete già raccontato a voi stessi una dozzina di volte. Deve essere che vi piace, se no perché ve la ripetereste così spesso e con tanto fervore?

Se siete addolorati, voi siete colui che addolora.

Amati, chi siete voi per offendervi? Con quale diritto vi degnate di decidere che le parole e gli atteggiamenti di un altro sono un'offesa? Chi vi ha eletti giudici del mondo per indicare i suoi errori? Chi vi ha detto di cercare errori? Chi vi ha detto di calcolare e soppesare ciò che qualcun altro ha fatto o detto che potrebbe non piacervi? Che cosa vi ha dato l'idea di avere il diritto di pensare agli altri come esseri ingrati che non vi hanno ricompensato per la vostra meravigliosità?

Dovete pensare che siete davvero molto buoni nell'accusare qualcun altro di non essere abbastanza buono, accusandolo, nel vostro cuore e nella vostra mente, di essere così cattivo che voi, con tutta la vostra saggezza e generosità, gentilmente lo perdonerete! Chi vi ha nominati stimatori di qualcun altro? Per quale atto di Dio vi ponete al di sopra degli altri, tanto da doverli perdonare? Sto scuotendo la vostra fede nel perdono?

Nel vostro cuore, chiedete a coloro che vi hanno offeso di perdonarvi per aver invaso la loro vita. Chiedete loro di perdonarvi per averli condannati. Chiedete loro di perdonarvi per essere lesti ad offendervi. Chiedete loro di perdonarvi per la vostra mancanza.

Ed ora, amati, perdonate voi stessi, e percepirete che non c'è alcun bisogno di perdonare vostro prossimo. Avevate dimenticato la Verità. Avete fatto cadere una maglia nel tessere la vita. Ed ora raccogliete la maglia e andate avanti.

Non permettete che l'afflizione sia il vostro errore. Non abbiate errore alcuno. Non siate così rapidi nemmeno a biasimare voi stessi, perché anche voi siete un Mio figlio amato, e vi meritate di meglio.

E pensi forse che Io stia parlando a qualcun altro e non a te? Ti assicuro che sto parlando a te.

Uno che commette un errore, l'ha commesso nella vostra percezione. Nelle offese quotidiane, se foste stati davvero felici il giorno in cui vi siete offesi, vi sareste offesi? Se foste più felici, quanto notereste le omissioni o commissioni di qualcun altro? Se aveste appena vinto un milione di euro, quanto vi importerebbe di quello che fa o dice Giovanni o Franco? Ci pensereste su due volte?

E se, nel giorno triste in cui avete designato qualcuno come offensore, il vostro vero amore fosse venuto da voi con la promessa di matrimonio, che cosa allora avreste percepito come offesa al vostro ego?

Amati, in verità voi avete il vostro Vero Amore. Non c'è motivo per voi di offendervi. Non fatelo più. Non fatelo nemmeno una volta.