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Heavenletter #6571 Tempismo!

Amato, dov’è che Io e te non possiamo viaggiare con o senza un aeroplano come motore? Ah, Amato, così è, Unità è Una. L’Unità è solida, ma decisamente non rigida. Evviva! L’Unità è l’Infinito Stesso. È così che, in ogni istante, ti tengo la mano e tu tieni la Mia. Per sempre è il Nostro Unico Appuntamento, come un biglietto di San Valentino potrebbe dire, non potrebbe essere più vero di così.

Ti dico una cosa: Tu non vai da nessuna parte senza di Me, e Io non vado da nessuna parte senza di te, perché tu sei il Mio Amato e Io sono tuo.

Intensa, solida, mobile è questa Unità. Alleluia! Unità sempre e per sempre. Sempre sullo stesso sentiero l’Unità è stata suggellata e liberata in amore così ardente e così singolare e così bello.

L’amore proviene da tutte le parti e da qualsiasi parte.

Lascia che ti dica qualcosa.

Quando il Cristo camminò per la prima volta sull’acqua, il Cristo non ci stava pensando. Quando il Cristo per la prima volta divise le acque, non ci stava meditando. Non lo stava considerando. Quando il Cristo per la prima volta trasformò l’acqua in vino, non si stava domandando: “Dovrei farlo o non farlo?”.

Si presentava una necessità, ed ecco il Cristo a camminare sull’acqua, a dividere le acque, a cambiare l’acqua in vino. Questa era Divinità. C’era una necessità. Il Cristo era lì. Il Cristo rispondeva ad una necessità. Soddisfare un bisogno è di solito l’atto di un momento, senza preparazione.

Camminare sull’acqua non è una decisione pensata. Lo stesso vale per il dividere le acque e il trasformare l’acqua in vino. Si tratta di un bisogno spontaneo che il momento t’invita a soddisfare. Non è chissà cosa. L’atto sorge. Prima che tu lo sappia, è un fatto compiuto. Non è un lavoro faticoso, fatto con passione. Non è affatto un lavoro. È amore, ed è fatto nel farlo. Non è un esercizio autocosciente.

Se il Cristo si fosse preso del tempo per pensarci, il momento sarebbe potuto passare. Tu capisci un impulso. È come fuggire. Puoi aspettare troppo e il momento sarà passato. Puoi essere rapito dall’ardore nel fuggire, eppure sei tu a deciderlo. Parlando di creare un miracolo, è fatto prima che tu lo sappia, ed ecco tutto.

È un miracolo per ogni bambino camminare, parlare, capire, e lo è il primo sorriso di un bambino. Non è programmato. È tempestivo. Il bambino non ha un programma pianificato, e come il bambino percepisce e cresce senza una decisione meditata. Un bambino impara a guardare le stelle ed a rispondere alla voce della madre spontaneamente. Un bambino non ha bisogno di cercare niente di questo in un’enciclopedia o su Google.

In che modo uno scopritore è portato alla scoperta? In che modo un marinaio è condotto verso il mare? Istinto potrebbe essere una parola persino troppo disciplinata. Deve essere il Mio istinto, Amato, che nobilmente mischia e armonizza amore e lo sparpaglia ovunque.

La natura stabilisce le stagioni, e le stagioni si fanno vive per mettersi in mostra come se fossero brevettate. Quando una stagione fa uscire la sua gioia, si può dire che la stagione abbia disciplinato se stessa? È arrivata spontaneamente, nello stesso modo in cui un bambino spalanca la sua vita alla gioia.

All’improvviso, come la primavera, un bambino fa progressi. Il bambino non ha guardato l’orologio.

Le cose stanno così. Einstein aveva un meccanismo interiore, e ce l’hai anche tu. Qualcosa arriva a tempo debito. Einstein ha imparato a parlare quando aveva sei anni. È maturato tardi. Deve essere che aveva tanto da pensare prima di essere pronto a parlare. Probabilmente avrebbe potuto scrivere dei libri se avesse saputo scrivere o fare delle formule matematiche allora.

Tutto ha un proprio tempismo perfetto, Amato.

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