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Heavenletter #6030 Arrenditi al tuo Sé Superiore

Heavenletter #6030 Arrenditi al tuo Sé Superiore

Dio disse:

C’è un Dio. Tu hai Dio. Io sono Dio, e Io sono tuo.

Come mai, allora, il tuo cuore può soffrire così tanto? Per quale Diritto Divino permetti al tuo cuore di soffrire?

In passato sei stato catturato dal vortice di non-responsabilità. Ti dichiaravi una foglia al vento, alla mercé di ogni vento che soffiava. Ti dichiaravi una preda facile. Lasciavi che il mondo ti controllasse. Prendevi la via più facile e ti lasciavi schiaffeggiare da ogni brezza che soffiava.

Permettevi ai tuo sentimenti di essere feriti a destra e a manca. Permettevi a te stesso di essere un sacco da pugile. Ti sdraiavi supino in mezzo alla strada e dicevi al mondo, o indossavi un cartello:

“Oh, okay, investimi pure. Fai di me quello che vuoi. Non valgo molto in ogni caso, per cui fa pure. Calpestami”.

Chi ha fatto questo a te? Sei stato tu.

Tu ti sei consegnato. Hai abbandonato te stesso. Hai rinunciato. Rinunciare e arrendersi, non sono la stessa cosa. Prova ad abbandonare l’intera idea di rinuncia.

Arrenderti al tuo benedetto Sé Superiore, non è affatto rinunciare. È rivendicare ed affermare Ciò che sei.

Non ti stai atteggiando. Stai scegliendo.

Essere alla deriva, non è resa. La resa è entrare appieno nella Vita.

Oppure possiamo metterlo in questo modo: Io dico a te, sì, a te:

Salta nella Mia Barca. Vieni con Me. Non ti prendo in giro. Essere con Me è l’opposto di rinunciare. È fare progressi. È andare avanti dritto. È scommettere su te stesso, non scommettendo più sull’arroganza e la debolezza e la causalità, ma salendo su, lasciando cadere tutto quello che rosicchia il tuo cuore. Arrendersi significa prendere posizione sull’Integrità.

Vieni con Me a scoprire te stesso. Non rinunci davvero a nulla, a meno che non chiami resa la rinuncia alla ostinazione e alla cecità. Chiami resa la rinuncia alla contrarietà e alla follia? La resa non è rinunciare. Non è cedere. È dire a voce alta che farai un salto. Ne hai avuto abbastanza del non sapere cosa stessi facendo o dove stessi andando.

Ti chiamo con un cenno, e tu dici:

“Okay, Dio. Andiamo! Ne ho avuto abbastanza di rifuggire e di stare seduto sul divano. Ora mi alzo! Portami con Te. Sto scommettendo su di Te e sto scommettendo sul mio Sé”.

Sempre Io sono un Canale Aperto d’Amore e offro il Mio Sé a te. Tu non hai mai voluto essere un bersaglio facile, così puoi aver oziato e preso un sentiero arduo, come se quello fosse Individualità, come se questo fosse saggezza e sarebbe stato ciò di cui sei fatto.

Invece è stata la via difficile che hai scelto, come se dovessi essere duro o qualcosa di simile. Ti sei giustificato in molti modi. Oh, sì, tu eri il sapientone e ti davi delle pacche sulla spalla.

Hai imparato davvero qualcosa. Hai riconosciuto che la Resa è Forza. La Resa è affermare te stesso. È tenerti alto. È avventurosa, non noiosa. Decisamente non noiosa. La Resa è una decisione.

Nella Resa, tu chiudi con l’ego. Dici all’ego che il suo tempo è scaduto. In Verità, Amato, prima della Resa Vera ti eri affidato all’Ego, pensando di essere furbo. Hai creduto che ci fosse davvero qualcosa di fantastico in ballo per te. Eri deciso a conquistare il mondo da solo. Hai scoperto nel modo più difficile che il tuo cosiddetto sé aveva praticato la rinuncia, senza arrivare da nessuna parte. Eri stato un seguace dell’ego e della padronanza di sé e non del Sé. Hai continuato a raccontarti che capivi la situazione. Hai continuato a raccontarti che eri una persona indipendente, perfettamente in grado di ottenere ciò che volevi e andare dove desideravi andare.

Hai scoperto che avevi girato intorno all’isolato. Ti eri inoltrato nella foresta. Non eri arrivato da nessuna parte. Ora sei in grado di uscire dalla foresta oscura nella Luce. La Luce è la Resa a cui non opponi più resistenza.

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