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Heavenletter #348 L’unico peccato

Heavenletter #348 L’unico peccato

Dio dice:

Il tuo cuore non può essere ferito. Qualunque stretta tu possa sentire nel tuo cuore, è una contrazione di esso. Quella contrazione, che è chiusura, la senti come dolore. Non contrarre il tuo cuore e il dolore svanirà.

Tutti i sette peccati nominati hanno a che fare con la contrazione. Quando c’è invidia, hai contratto il tuo cuore. Hai sentito, consapevolmente o inconsapevolmente, che qualcun altro ha qualcosa che ti è stato negato. Anziché gioire per il successo di uno che consideri un altro, percepisci una perdita e così il tuo cuore è addolorato.

L’invidia è solo un altro aspetto dell’avidità, che è il desiderio (non cattivo di per sé) di avere tutto. È Mia Volontà che tu desideri avere tutto. Inoltre, è Mia Volontà che tu sappia che già lo possiedi. Sei soltanto tu che lo neghi a te stesso perché credi fermamente nella perdita e nel guadagno, perdita e guadagno. Inizia a pensare che c’è soltanto guadagno nella vita e sarai più vicino alla verità. Dove potrebbe esistere l’avidità, se sapessi che hai già tutto? Cosa rimane da agognare?

Non è la moglie di un altro uomo quella che tu desideri. Vuoi la felicità che credi lei ti porterà. C’è qualcosa d’altro per cui ti struggi al di là del nome dato a qualunque desiderio. Tu credi che ti manchi qualcosa. Falsa credenza.

L’accidia, per esempio, ha a che fare col tuo credere nel tempo e nella sua mancanza. La pigrizia non è altro che cercare di espandere il tempo e aggrapparti a quel poco che credi sia tutto quello che hai. Credi nell’infinito e quella che chiami accidia scomparirà.

Che cos’è il rubare se non il pensiero che qualcun altro abbia quello che appartiene a te legittimamente? Rubare è non credere abbastanza in te stesso. Pensi che qualcuno o qualcosa abbia rubato a te e intendi solo riprendertelo.

Credi invece che il tesoro è creato. Il tuo cuore della creazione è sempre pieno; puoi creare invece di prendere. La paura personale, che qualcun altro abbia una bagatella che tu vuoi e che non puoi avere in alcun altro modo, è la causa del rubare. Dipingi un’immagine più grande di te stesso.

Tu pensi persino che la vita di un altro sia qualcosa che tu possa prendere in mano tua, come se la sua vita togliesse qualcosa alla tua, come se ti fosse d’ostacolo, come se lui fosse l’unica cosa che impedisce la tua felicità, e ti illudi che togliergli la vita ti dia qualcosa, qualche rivendicazione, sostituendo in qualche modo l’impotenza col potere.

Ma il potere non prende. Il potere pratica il dare. Il tuo è il potere di dare, di permettere, ma non di prendere. Non c’è alcun bisogno del gesto di prendere. Piuttosto, permettiti di ricevere.

C’è vita sufficiente per tutti. La vitalità è tua.

Quale peccato ho tralasciato?

Ma vedi, esiste un unico peccato, e cioè, pensare che tu sia fuori. Tu sei dentro il Mio cuore e ti ho dato tutto quello che possiedo. Apri gli occhi alla tua abbondanza e non ci saranno dei furti. Ci sarà soltanto il dare.

Uno che ha tanto, non può fare altro che dare.

Non c’è alcun bisogno di prendere.

Non c’è alcun bisogno di risparmiare e di trattenere. Non accaparrare.

Dammi via. Io sono illimitato. Così sei anche tu.

Quel corpo ordinario, che ti circonda, ha dei limiti, ma i limiti del corpo non hanno nulla a che fare con te, col cuore di te, il te che Io ho creato a Mia immagine, il te infinito, il te reale che ha il Mio cuore. Potremmo dire che Mi hai rubato il cuore, e perciò per te non rimane niente altro da prendere.

Il Mio cuore batte dentro al tuo. Batte dentro tutti.

Esiste una forza vitale così grande da essere chiamato Dio. Santificato sia il Mio nome.

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