Heavenletter #6549 A tempo debito
Dio disse:
Amato, prediligi l’idea di aspettarti dei miracoli. Che cosa c’è da non credere in questo mondo mortale? Che cosa non può avverarsi? Pensaci! I bambini nascono. La vita va avanti. La vita viene e va. I pensieri esistono e i pensieri viaggiano, e pensieri nuovi rimpiazzano quelli vecchi.
Sì, sii sicuro di sapere che i miracoli si avverano.
Mentre i miracoli si avverano, nel contempo non sta a te esigere dei miracoli come una tazza di caffè al Starbucks. La tua volontà non deve comandare a bacchetta i miracoli.
Infatti, è probabile che quando insisti su quando e come un certo miracolo debba manifestarsi, puoi impedire il flusso del miracolo. C’è una cosa chiamata sforzarsi troppo. I miracoli crescono come i fiori. I fiori e i miracoli crescono spontaneamente. Non puoi far fretta ad un miracolo perché appaia. Un miracolo arriva quando è bell’e pronto.
Anche a te piace condurre le danze. Stai attento a quello che ordini.
Naturalmente esistono dei Grandi Esseri Spirituali, che hanno un’affinità che porta dei miracoli sulla punta delle loro dita o almeno ai piedi di qualcuno. I miracoli appaiono sostanzialmente su loro stesso invito con i propri tempi.
Quanto ti piace che ti si faccia fretta?
Praticamente hai un tuo proprio ritmo e non riesci del tutto ad adattarti comodamente al ritmo di un altro. A ciascuno il suo.
Né puoi costringere gli altri. E non ti piacciono le parole: “Sbrigati! Sbrigati!”.
Preferisci sentire: “Prenditi il tuo tempo, carissimo! Vai alla tua velocità!”.
La tua velocità è la velocità che funziona meglio per te. C’è abbastanza tempo nel mondo per gli abiti che appendi ad asciugare sullo stendibiancheria.
Da quando in qua puoi fare fretta al sole che splende? La vita vuole andare alla sua velocità. Non puoi affrettare l’alba. C’è del valore nell’idea che la fretta è una cattiva consigliera. Meglio seguire Me piuttosto che spronare i tuoi cavalli.
Che fretta c’è, Amato?
Facendo in fretta lasci cadere delle maglie quando lavori ai ferri. Che c’è di tanto essenziale nell’affrettarsi? Chi stabilisce il ritmo? Chi conosce il ritmo da stabilire?
Ti ricordi di quando la vita era lenta e facile? Ti ricordi di quando andavi a piedi dappertutto? Ti ricordi di quando la fretta non regnava sovrana? Ti ricordi di quando non eri sedotto a ordinare tanti tesori online?
Una volta la vita era una passeggiata, e il tempo non era così precipitosa. Ti ricordi di quando avevi il tempo per battere i piedi e nessuno rimaneva senza fiato? Ti ricordi di quando vivevi la vita un respiro alla volta? Ti ricordi di quando c’era abbastanza tempo per tutti e per tutto, e le estati erano lente e rilassanti?
I miracoli ti raggiungevano ugualmente. Notte e giorno abbondavano ugualmente. Tu camminavi mettendo un piede dopo l’altro. Arrivavi ugualmente da qualche parte. Sapevi tutto quello che avevi bisogno di sapere.
Regolavi te stesso. Non andavi sempre scoppiettando. Passare il tempo non era sempre il punto cruciale della giornata. C’era sempre tempo e spazio sufficienti per vivere la vita. Non esaurivi il tempo. Non ansimavi. Il tempo non regnava sempre sovrano. Il tempo era gentile. Il tempo era paziente.
La vita era. Tu eri parte della vita. Avevi il ruolo principale nella vita! Ti dondolavi sulle stelle. Tu stabilivi il timbro della tua vita. Cantavi una canzone o due. Lasciavi stare la vita e tutti nella vita. Non contavi le catastrofi.
Tu facevi dei giochi e amavi la vita così come veniva. Fischiettavi mentre lavoravi. La vita era splendente e tu l’amavi tutta. C’era sempre tempo e spazio più che sufficienti. Volavi in alto.
I miracoli si inserivano a tempo debito.
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