Heavenletter #5064 La felicità così com’è
Dio disse:
Voi Mi chiedete la felicità. È Mio desiderio che voi siate felici, ma non sempre riconoscete la felicità là dov’è, proprio qui davanti a voi.
Sì, naturalmente, la felicità è relativa. Quello che vi rende felici oggi può diventare ordinario per voi la prossima settimana. Ciò che dà felicità a voi, può non essere ciò che rende felice un altro. Per qualcuno, una crosta di pane può essere felicità. Per voi, una crosta di pane potrebbe non essere apprezzabile. Forse tagliate persino via le croste del pane senza ripensarci.
Quello che vi occorre, come un precursore della felicità, è una visione grande e chiara. Non è un esercizio intellettuale quello di cui stiamo parlando. Non significa diventare più furbi. La felicità riguarda il modo in cui vedete e che cosa vedete. Da dove vedete? Vedete con un sorriso e non con il broncio.
Tutto quello che vedete e sentite, non arriva etichettato come felicità, lo capite. La felicità è l’inclinazione che date a ciò che vedete. In un certo senso, la felicità vi è dovuta. D’altro canto, siete un partecipante nella scoperta della felicità. Siete voi che abbracciate la felicità. Non è esattamente un cappotto che indossate, però è qualcosa del genere. Dovete raccogliere la felicità e rivendicarla come vostra, mentre allo stesso tempo non esigete felicità.
A volte voi paragonate la felicità all’essere accontentati, nel senso che essa vi arriverà semplicemente così, con uno schiocco delle dita. Nel frattempo, la felicità entra spontaneamente. Apparecchiate la tavola per la felicità.
In un certo qual modo, la felicità deve venire a voi come la fata buona di Cenerentola. Lei venne da Cenerentola spontaneamente. Cenerentola dovette accorgersi della Fata Buona. La felicità non è un cane al guinzaglio. Ugualmente, la felicità vi arriva. Quando arriva, può arrivare su un vassoio d’argento. Non ci vuole niente. La felicità è qui, ed è vostra. La notate e la riconoscete. La accettate.
Possiamo dire che la felicità è una lente attraverso cui vedete. Se la lente del vostro cuore è offuscata, la felicità potrebbe essere difficile da localizzare.
In un altro senso, potrebbe essere necessario dimenticarsi della felicità per riceverla. E non è necessario che riceviate la felicità tutta etichettata. Voi avete qualcosa a che fare con la ricezione della felicità.
Non che vi convinciate di essere felici. Tuttavia, è meglio essere attrezzati per la felicità che stare seduti ad aspettare che la felicità atterri su di voi come dallo spazio cosmico. Sì, qualche volta la felicità arriva in questo modo, e ne ricevete la vostra porzione. La felicità è sempre in attesa tra le quinte, ma siete voi che dovete riconoscerla e accoglierla.
La felicità vi arriverà sotto molte forme e misure. La felicità arriva già formata mentre, allo stesso tempo, voi la componete.
È possibile che nemmeno eventi di felicità generalmente documentati vi diano felicità. I festeggiamenti e le feste possono rendervi tristi.
Sì, quindi la felicità è sfuggente. Non arriva necessariamente quando la chiamate. La felicità non è testarda, tuttavia, per cui deve essere che ad essere testardi siete voi. Non vorrete essere testardi quando si tratta della felicità. Forse avete voluto un budino al cioccolato. Non è un sacrificio accogliere volentieri la vaniglia o anche dei fiocchi di cereali al suo posto.
Diventate un evocatore di felicità. Portatela con voi. Camminate con felicità. Amati, non è necessario che sappiate che cosa vi renderà felici. In ogni caso, siate felici. Dotatevi della felicità. Decidete che la felicità è vostra. Non la afferrate, però. La felicità non deve essere agguantata. Lasciate che la felicità abbia voglia di venire da voi spontaneamente. Abbiate fiducia in essa. Lasciate che la felicità arrivi da sola. Nel frattempo, siate felici comunque. Siate vivi e siate grati per tutto quello che vi arriva. Riconoscete la felicità quando la vedete proprio qui davanti a voi. Arriva in varie forme e misure. Anch’Io sono la vostra felicità. EccoMi qui.
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