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Heavenletter #6315 Non etichettare nulla

Heavenletter #6315 Non etichettare nulla

Dio disse:

Amato, qualunque cosa succeda nella tua vita, trattieniti dall’assegnargli un nome. Spesso fai delle ipotesi. Potresti svegliarti una mattina sentendoti triste all’improvviso, trovandoti persino a piangere, senza saperne il motivo. Non capisci perché e perché adesso? Non sapevi di aver nascosto tanta tristezza. Non ti eri reso conto che te la stavi ancora portando dietro. Non vedi alcun senso nel prenderti la briga di pensarci adesso. Ahimè, non è mai valso a niente realmente. Oppure, infatti, ti ha spezzato il cuore e non ti sei mai ripreso del tutto.

Fino a questo momento, non hai compreso profondamente che eri rimasto senza amore. C’erano stati dei momenti in cui hai pensato di aver amato intensamente. Poi un mattino, eccoti qua, ti svegli non sentendo affatto amore, forse soltanto dei frammenti brevi di amore, che sono vaghi o impossibili o persino, nei momenti migliori, tali da non valere la pena di parlarne.

Questa mattina, l’assenza d’amore nel tuo cuore pesa gravemente su di te. Ora non c’è da trovare alcuna felicità reclamata in passato. Non ci sono degli schizzi del passato nel tuo cuore. “Perché no?”, quasi supplichi. Poi, nel momento successivo: “Che liberazione”, dici a te stesso.

Ti dispiace confessare che i grandi amori, che in passato credevi tuoi, non erano corrisposti.

Non ti ricordi di non aver ricambiato l’amore di qualcuno, nessuno cui riesci a pensare, non di qualcuno che si sarebbe svegliato dopo anni pensando a te, e che te ne importa in ogni caso? Nella migliore delle ipotesi, gli amori che avevi una volta, erano dei capricci passeggeri e niente di più.

Non c’è da stupirsi se sei triste. Tutto l’amore che credevi di conoscere una volta, si è raffreddato. Non esistono più le ceneri ardenti. In qualche modo, acqua fredda è stata versata su esse. Una volta avevi l’illusione di amare e di tenere all’amore. Ora, non ne rimane traccia.

Che cosa te ne importa? Per quanto profonde tu abbia considerate queste gocce d’amore in passato, ora vedi chiaramente che in realtà non erano nulla di cui andare fieri, certamente nulla a cui svegliarti a pensare dopo mille o più anni, più o meno.

Ti è chiaro che gli amori perduti non avevano alcun significato reale allora e meno ancora adesso.

Amato, è Mio desiderio dirti che, nonostante ciò che puoi sentire o non sentire, tu non sei povero di amore. L’amore che hai sentito o hai pensato di sentire una volta, non è mai stato così specifico come hai creduto o come avresti voluto.

Non esiste un modo in cui tu debba sentire o non sentire. Nessuno ha detto che tu debba guardare indietro e passare le dita tra le ceneri. Non devi sentirti triste o felice o qualsiasi cosa. Non etichettare nulla.

Non sei obbligato ad identificare nulla. Non c’è alcuna esigenza di dare un senso al passato o di non dare un senso al passato.

Così, ti senti distante dalla tua vita. Può darsi che una volta tu le abbia dato troppa importanza.

La tua vita, comunque tu la percepisca, non è il tuo Dio. E il cosiddetto tempo non ha nulla a che fare con l’Unità.

Hai attraversato delle stanze in cui una volta hai creduto di vivere. Eri un passante.

Ora sei sospeso in alto. Non sei del passato. Tu sei Anima. Qualunque cosa, che sia meno dell’Anima, non è degna di uno sguardo. Non sta a te soppesare la tua vita. Il tuo intelletto è subentrato al tuo cuore in questi tempi? A quale scopo? Per causarti del dolore surrogato?

Ritorna a dormire allora. Parleremo presto, Io e te, e ti risveglierai all’amore.

Con amore, Dio

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