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Heavenletter #5986 Mettiamoci in moto!

Heavenletter #5986 Mettiamoci in moto!

Dio disse:

È possibile che voi siate uno il cui senso di frustrazione conduce alla sconfitta? È possibile che siate voi a permettere che la vostra frustrazione abbia la supremazia su di voi? Questo non è affatto quello che desiderate, perché state sconfiggendo voi stessi. Invece, potreste andare avanti.

Vi tirate i capelli e poi piangete. Ah, siete il vostro proprio antagonista, quando potreste benissimo essere il vostro proprio creatore di benedizioni. Vi assegnate il ruolo del perdente, quando avete dei ruoli migliori da assegnarvi.

Cominciate a minare la vostra frustrazione anziché combatterla. Considerate la vostra frustrazione da uno scalino più alto della scala. Voi siete capaci, non incapaci. Nessuno vi costringe ad essere frustrati. Siete voi ad assegnare quel ruolo a voi stessi e vi precipitate con esso.

Questo vale per l’ansietà e l’impotenza, come se assegnandovele, ve la cavaste gratis. Nessuno vi rende frustrati, ansiosi e impotenti, se non voi stessi. Forse state cercando di evadere la responsabilità. Fareste bene a non mettere la firma sulle vostre scuse.

Rimanere bloccati è un modo di rimandare la vostra Vita, e così potete esercitare l’assenteismo dalla responsabilità. Non dovete nascondervi sotto il mantello dell’incapacità, dovuta a una spiegazione logica o un’altra.

Fortunata è la persona che lavora quaranta o cinquanta o sessanta ore alla settimana. Lui o lei non ha il tempo di specializzarsi in come si sente. Amati, l’idea di concentrarvi su voi stessi e su come vi sentite tesi, non è una buona idea. Meglio lasciare le vostre domande inespresse che assecondarle.

La frustrazione e l’ansia e l’impotenza non vi portano da nessuna parte se non ad un aumento delle stesse.

Dimenticatevene. Siete stati il vostro proprio inquisitore severo, e siete voi a catturarvi in una trappola. Siete voi ad attaccarvi ferocemente e siete voi a chiamarlo sopravvivenza. Siete voi ad accusare voi stessi e, nello stesso momento, a giustificarvi. Siete voi a fare delle domande autodistruttive a voi stessi. Siete voi che continuate a restringere la vostra visione. Siete voi a mettervi alla prova.

Siete voi a farvi da giuria. Non mostrate alcuna pietà verso voi stessi quando evitate di esporvi. Vi biasimate quando, per voi, il biasimo significa colpa. In qualche modo, sostenendo di essere una persona onesta, accusate voi stessi e, pertanto, fuggite via per evitare ogni tipo di responsabilità. Che la responsabilità sia verso voi stessi, Me, la famiglia o gli amici, o verso il mondo e il vasto Universo lontano, state diffamando voi stessi. Sentendovi impotenti, evitate di assumere la responsabilità.

Qualcosa vi ha costretti a farlo – o a non farlo. Vi siete permessi di cavarvela con troppa facilità. Materializzate dal nulla delle scuse, dette anche ragioni.

Date la colpa a qualcosa di esterno a voi, qualcosa che oggettivate al di fuori di voi. Anche quando potreste compiere un atto eroico e dare la colpa a voi stessi, può darsi che vi trasformiate in un martire impotente, auto-realizzatosi. In ogni caso, scaricate la vostra responsabilità. La responsabilità cade su di voi, ma voi scivolate via da essa.

Forse attribuite la vostra colpevolezza alla vostra sensibilità. State parlando a favore di voi stessi o contro voi stessi? Dalla parte di chi state? Radunate i vostri pensieri. Portateli dentro come il bestiame per la notte.

Potete fare parecchie domande a voi stessi e diventare come il torero che sprona il toro leggermente con la sua spada, cercando di ottenere una reazione da parte del toro. Potreste recitare il doppio ruolo del torero e del toro innocente, anche se alzate le mani per mostrare che non avete alcun trucco nella manica.

Amati, siete voi a gettare fumo nei vostri occhi. Lo vedete adesso? GuardateMi dritto negli occhi mentre rispondete, e faremo molta strada.

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