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Heavenletter #5890 Il perdono è un dato di fatto. La sofferenza no.

Heavenletter #5890 Il perdono è un dato di fatto. La sofferenza no.

Dio disse:

Da un lato voi non chiedete abbastanza alla vita. Vi accontentate di troppo poco. D’altro lato, esigete troppo. Vi offendete quando la vita prende una svolta a cui vi opponete. Ogni tanto, dall’essere placidi, diventate feroci e battete i piedi davanti alla vita rifiutandovi di tollerarla. Potete cambiare direzione in un attimo, Miei cari, così tanto siete influenzati da ciò che percepite come un attacco da parte della vita.

Voi non siete sempre agli estremi, ma in qualsiasi momento, qualche volta, lo siete.

Volesse il cielo che poteste resistere alle tempeste senza tanti drammi. Se solo voleste.

Non vi sto dicendo che dobbiate sempre conciliare la vita. Non dovete essere un tirapiedi per la vita. D’altra parte, vi conviene sapere quando ritornare alla gioia e smetterla di battere i piedi.

Vi conviene realmente andare oltre e verso l’alto. Potete lasciarvi alle spalle il trambusto. Potete raggiungere la pace dentro di voi. Non dovete prolungare il dolore emotivo. Potete aver amato e perduto e andare avanti ugualmente.

Amati, a lungo andare, che scelta avete? Non è meglio pretendere di soffrire a lungo. Fareste meglio a tirarvi su più presto dalla sofferenza.

Se poteste tagliare la vostra sofferenza e ridurre la durata della sua acutezza del 10%, questo non sarebbe nel miglior interesse di tutti?

C’è un malinteso nel mondo riguardo alla necessità di affliggersi e il significato del perdono. Il perdono è un dato di fatto. La sofferenza no. Sia la sofferenza che il perdono sono delle scelte.

Il perdono non è una cosa grande. Non è superlativo da parte vostra perdonare. Non ricevete una medaglia per questo. Il perdono è qualcosa che dovete concedere solo se vi siete offesi. Se non prendeste la vita così sul personale, se non la consideraste così diretta a voi, così offensiva, che cosa avreste da perdonare in ogni caso?

Con tutto il rispetto per la vostra umanità, amati, a cosa è servito a voi o a chiunque prendere la vita così sul personale? Non siete qui sulla Terra per collezionare delle offese. Se siete qui sulla Terra per collezionare qualsiasi cosa, allora diciamo che siete qui per collezionare una visione più ampia.

Quando mai i Grandi hanno chiesto una ricompensa a chiunque prima di poter amare?

È ora di perdonare voi stessi per avere fatto vostro il rancore.

Amati, chi siete voi per esigere il meglio dagli altri e non da voi stessi? È un’offesa verso l’umanità e Me avercela con qualcuno per qualsiasi cosa. Ogni altro è una parte di voi.

In un certo senso, tutti quanti sulla Terra sono dei poveri sciocchi che sono andati nel mondo con i paraocchi. La vostra salvezza è che vi arricchite con l’esperienza. Imparate dove sta la Strada verso la Gioia e la prendete. Non rimanete più sulla Strada Dove la Gioia Non È.

Provate della gioia nell’avercela con qualcuno? Quale crimine ha commesso un altro se non il crimine dell’ignoranza? E, diteMi, che cos’è il pensare che voi, grazie a una speciale dispensa, siate santi perché perdonate qualcuno per il fatto di essere un essere umano? State iniziando a riconoscere un po’ di arroganza qui? Che cos’è l’arroganza in ogni caso se non una forma di ego, potrei domandare.

Quando vi state comportando in maniera arrogante, in che modo state benedicendo il mondo o chiunque in esso? Certamente non state agendo nel vostro miglior interesse.

Che ne è del vostro amare il vostro prossimo? Che ne è dell’amare i vostri fratelli e sorelle? Che cos’è successo all’amare voi stessi?

Perdonate tutti quanti ora per tutto. Che altro c’è da fare? Suvvia, scendete dal vostro piedistallo e liberate il mondo.

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