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Heavenletter #5803 Gli uccellini innocenti sulla Terra

Heavenletter #5803 Gli uccellini innocenti sulla Terra

Dio disse:

La prossima volta che sei tentato di lamentarti di qualcosa, pensa invece a qualcosa da annotare come una fortuna inaspettata di cui essere grato.

Mi stai dicendo che non riesci a pensare a qualcosa per cui ringraziarMi? E se la tua vita dipendesse da questo, non saresti in grado di pensare rapidamente a qualcosa che vale la pena apprezzare? La tua vita, per esempio?

Oppure, se ti fossero pagati immediatamente mille euro per ricordare una cosa di cui sei felice, quanto in fretta saresti sommerso da idee? Potresti non essere in grado di parlare così rapidamente come i tuoi pensieri inciampano gli uni negli altri in una folle corsa.

Potresti volerti rammentare che sei grato degli uccelli che cantano e volano nel cielo, a volte in stormi. Gli uccelli accolgono l’alba di un nuovo giorno. Ogni mattina cantano. Perché non lo fai tu?

Pensaci, hai avuto il privilegio di uccelli da guardare e da rallegrartene. Sei incantato dalle canzoni diverse che gli uccelli cantano, dalle grandezze in cui si presentano, dai colori e disegni che gli uccelli indossano, dalla gioia sottile che evocano in te quando ti degni di alzare gli occhi per guardare gli uccellini innocenti della terra, dell’aria e dell’amore, che spiccano il volo con gioia e atterrano con gioia. Che cosa non è gioioso per un uccello innocente? Che cosa ti è successo? Hai abbandonato la gioia, prendendo i rifiuti al suo posto? Quand’è che l’amarezza ha soppiantato la gioia, e ripeto: A che scopo? Perché mai?

Ricomincia da capo adesso.

Pensa ai nidi che le mamme costruiscono. Pensa alle uova. Pensare a come i pulcini beccano per uscire dal loro guscio. Che entrata!

DimMi, esiste qualcosa nella Creazione a cui Io non abbia pensato e provveduto?

Pensa alla creazione ed a tutta la sovrabbondanza manifesta.

Nemmeno mille grandi invenzioni dell’uomo possono uguagliare la magnificenza di un singolo uccello che canta all’alba.

Che ne dici dell’erba che cresce e dei fiori che sbocciano? Non sono dei miracoli per accendere il tuo cuore stanco?

Che ne dici di un cervo veloce nella corsa?

Che ne dici del riso di un bambino piccolo?

Che ne dici del tuo riso? Dove l’hai lasciato? AscoltaMi. Apprezza anche solo le apparizioni fugaci di gioia. La tua felicità non deve conoscere limiti.

La felicità è tua. Servitene.

Quand’è che hai scambiato la gioia con la gioia perduta? L’accumulo di tristezza ha forse superato la gioia? Hai permesso alla sofferenza di spazzare via la gioia? A quale follia attribuiresti questo scambio? Che cos’è che ti ha ingannato ad intraprendere questa impresa inutile? Quand’è che hai buttato la gioia fuori dalla finestra scambiandola con la nostalgia, come se la nostalgia avesse più valore di un uccellino di gioia, come se un uccellino fosse irrilevante.

Da quando la vera e propria tristezza ha un sapore buono per te? Perché vorresti accumulare cucchiaiate di essa sul tuo piatto, come della salsa? Che cosa ti ha spinto ad essere così risentito, permettendo che gli scarti incessanti assediassero la tua vita? Che cosa ti ha preso?

Indossa la gioia orgogliosamente come un distintivo. Non svendere la tua gioia. Che cos’è successo al tuo buonsenso? Quando hai rinunciato alla gioia e accettato di meno, come se il meno ti fosse dovuto di diritto?

Tu sei un Mio figlio. Non ti ho creato per specializzarti in ansietà. Iscriviti alla gioia. La gioia è adatta. L’ansia non lo è.

Perché vorresti fare un cattivo affare? Quando hai cominciato a collezionare delle sventure, come se una sventura fosse nobile?

D’accordo, esiste quella che ti sembra anti-gioia, ma chi ti ha detto di accettarla come tua?

Sei inconsapevole del fatto che tu sei il metronomo dell’Universo, che sei il rullo di tamburi secondo il quale battono tantissime vite? Ci rinunci, accettando un battito cupo e ne trai un certo tipo di tetra gioia, come se questo fosse tutto quello che ti meriti?

Che idea assurda hai in testa, come se il dolore fosse la quantità della tua ricompensa e il massimo che puoi fare. Nossignore, non lo è. Sciacquati gli occhi con acqua fresca e guarda di nuovo, per favore.

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