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Heavenletter #361 La fine del giudizio

Heavenletter #361 La fine del giudizio

Dio dice:

I Miei figli vedono il giudizio come un mezzo con un buon intento. Coloro che ti giudicano, intendono migliorarti. Intendono convincerti a passare al loro modo di pensare, che sono sicuri sia quello giusto.

Anche se ieri hanno pensato qualcosa di diverso, essi vogliono farti passare al loro modo di pensare oggi.

Il giudizio è un’imposizione. È un’intrusione. Tu non imporresti mai. Non ti intrometteresti mai. Eppure giudichi. Sia che lo tenga per te o meno, il giudizio fa il suo lavoro. Danneggia un cuore. Ad un qualche livello opprime il cuore di colui che hai giudicato.

Quando giudichi, è come se dipingessi un marchio nero sull’anima di un altro. Non è una cosa da poco, giudicare. È un’impresa enorme che ha molte ramificazioni.
Non sta a te giudicare nemmeno coloro che giudicano.

Forse non ti piace la parola “giudicare”, ma potresti applicare la parola “criticare”. Cogli te stesso ed eviterai l’atto del criticare.

Persino una lode è un giudizio, e chi sei tu per giudicare in positivo o in negativo?

Soltanto i confini possono essere ritenuti precisi. Qualcosa rimane entro una linea oppure no. Un piatto è messo nel lavandino oppure no.

Il giudizio aggiunge un punto di vista superiore. Se qualcosa non rimane entro una linea, allora è stato fatto qualcosa di sbagliato. Se il piatto non è stato messo nel lavandino, qualcuno è negligente. Un giudizio è qualcosa di aggiunto all’equazione che sposta l’ago della bilancia.

L’opposto del giudizio non è tolleranza. Se sei tollerante, hai giudicato e hai deciso di essere più grande del tuo giudizio, ma hai giudicato. Ancora pensi di stare guardando dall’alto.

I giudizi sono infidi. I giudizi vanno e vengono come i stili. I giudizi non sono così certi come vorrebbero credere di essere.

Il giudizio è un atto di confronto. Qualcosa è più di o meno di. Gli occhi che guardano con amore non fanno confronti. Vedono ciò che è. Vedono quello che vedono e non ne traggono alcuna conclusione. Non è né bene né male.

Ma nel giudizio c’è una valutazione.

Finché valuterai e classificherai, non sarai felice.

È una cosa facile trovare dei difetti. Ne troverai sempre. Meglio non cercarne. Cerca qualche altra cosa invece. Cerca l’energia della persona il cui atto o la cui parola ti spinge a giudicare. Guarda il suo cuore pulsante. Bada a quello che ha superato. Osserva il suo tentativo di mantenere la sua scrittura entro le righe. Guarda al fatto che ha una penna. Guarda al fatto che ha qualcosa da dire. Guardalo negli occhi, e la tua fantasia di giudicare svanirà alla luce dei suoi occhi. La consapevolezza disperde il giudizio.

Tutti lottano alla stessa maniera. E la lotta non è altro che giudizio. Il giudizio dice che qualcosa non è come dovrebbe essere, anche se tutto è esattamente com’è. Nel momento successivo, può cambiare. Il giudizio ha a che fare con prima e dopo. Il giudizio è bloccato nel tempo e nello spazio. Il giudizio è una palude. Puoi rimanere invischiato in esso.

Ogni volta che tu, tu figlio Mio, esprimi un giudizio, hai ficcato uno spillo nell’effigie di un altro. Disturbi la sua aura. Spezzi la sua energia.

Non è una cosa da niente farsi o esprimere un giudizio.

Va benissimo andare verso ciò che ti attira e allontanarti da ciò che non ti attira. Puoi scegliere di mangiare cioccolato o no, ma non è una tua scelta deridere il cioccolato o coloro che lo mangiano. Puoi scegliere di svoltare questo o quell’angolo, ma l’itinerario che un altro sceglie è una sua scelta. Nel giudicare stai cercando di scegliere itinerari per un altro, e questo tu non puoi farlo.

Il giudizio viene dal passato e devi lasciarlo lì. Una volta per tutte, fai a meno del giudizio. Il giudizio non ti è utile. Errori sono commessi, ma tu non devi continuarli, non nel pensiero né negli atti. Finalmente sei arrivato alla fine del giudizio.

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