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HEAVEN #1532 I due aspetti più importanti di voi

HEAVEN #1532 I due aspetti più importanti di voi

Dio disse:

Si dà importanza al fisico. Questo è comprensibile. Ma è un’importanza che mette il carro davanti ai buoi. Il vostro corpo non è quello di cui siete fatti. A volte è il vostro disfacimento. La vostra presenza fisica è il meno di voi. Importante per voi, lo capisco, ma ugualmente non tanto significativa.

Immaginate una fiamma dorata che brucia dentro di voi. Possiamo dire che il vostro corpo è il candeliere che contiene la fiamma. In questo caso, la fiamma continua noncurante del candeliere. Il corpo è irrilevante per la fiamma.

Si tratta di una fiamma lenta e stabile. Non è calda. Se avesse una temperatura, sarebbe fresca come la Luna, ma questa fiamma sicura è senza temperatura. Non c’è crepitio e non c’è fumo, nemmeno un filo, in questa fiamma della vostra anima, che è dorata come il Sole.

Non c’è vento che spenga questa fiamma perpetua dell’anima dentro di voi. E’ forte, la vostra anima. Dà luce in un flusso costante. Non tremola, neppure una volta. Vi accompagna ovunque. Va dove voi andate. E’ alla vostra mercé, eppure impavida. La vostra anima affronta tutto senza problemi. Neanche uno di voi, sulla Terra, è senz’anima. Un giorno sarete senza corpo. Lascerete la Terra immaginaria e salirete in Cielo. Dove altro potreste salire?

Il vostro attaccamento si aggrappa al fisico come la ventosa di una piovra. Il vostro attaccamento alla vita materiale afferra e tiene stretto, spremendo la vita stessa da voi. Voi potete essere attaccati al fisico, ma il fisico non è attaccato a voi. Può provare piacere con voi, ma può lasciarvi andare in un batter d’occhio senza degnarvi di uno sguardo.

Se la vita è un aeroplano, arriva il momento in cui esso lascia cadere il vostro corpo come se fosse un carico. Il vostro corpo fisico è utile solo finché lo è. Quando avrà servito il suo scopo, esso farà un inchino e uscirà a ritroso, lasciandovi da soli, beatamente indipendenti da esso. Lo siete sempre stati.

Il vostro corpo è come un talismano, una zampa di coniglio, eppure vi ostacola, e si tratta di un ostacolo che vi piace. Non riuscite a togliergli gli occhi di dosso. Pensate di non poter vivere senza di esso. In verità, avete vissuto senza di esso prima, e potete vivere senza di esso di nuovo.

Non esiste nulla di più forte della vostra anima, e tuttavia essa è invisibile per voi. Quasi non ci credete, o le inventate degli altri nomi. Ma l’anima è l’anima, comunque la chiamiate.

L’anima è una parola breve, ma ci vuole molto tempo per pronunciarla. Ha la lunghezza di cinque battute. Scorre nella vostra vita fisica. Siete delle anime care. Mi chiedo come sarebbe se chiamaste Anima ogni persona che conoscete, al posto di Dario o Sandra.

E se chiamaste voi stessi Anima, al posto del nome che vi è stato dato? Forse sareste un po’ più rispettosi di voi stessi. Potreste essere persino impressionati da quello che dite a voi stessi. Potreste raccontare una storia diversa. Potreste arrivare ad amare il vostro corpo, non per la sua bellezza fisica, bensì per la vostra anima dentro ad esso. Anche se il vostro corpo mette se stesso al primo posto, è ugualmente un onore niente male per esso ospitare la vostra anima. Il vostro corpo è come una conchiglia che contiene una perla preziosa. E’ come una scatola di gioielli che dovete aprire per ricordarvi che cosa c’è dentro.

Il cuore e l’anima vanno insieme, i due aspetti più importanti di voi.

HeavenlettersT
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Traduzione di Paula Launonen

Ma noi siamo distinguibili

Ma noi siamo distinguibili da ciò che è il nostro corpo fisico? La nostra memoria fisica e concettuale ovviamente no, e noi siamo quella: è solo questa memoria linguisticamente autoreferente che può affermare anche il contrario. Ma qualsiasi affermazione di un soggetto concettuale non può che essere falsa in sé. Quando il cervello e il corpo si stancano, si addormentano, e l'apparente entità, che crediamo di essere durante il giorno, svanisce.

Questa è tutta quanta la nostra realtà. In assenza di una memoria, noi semplicemente non sappiamo di essere, e questo sapere di essere è pura ignoranza poiché è basata solo su concetti. Quello che si accumula, durante la nostra vita quali apperenti soggetti, sono semplicemente concetti. In assenza di concetti, noi non esistiamo. Questo è tutto: non c'è bisogno di scervellarsi tanto, lo viviamo ogni notte quando la realtà ci mette a tacere ossia a dormire.

Nessuno conosce nulla che non gli sia giunto, in forma concettuale, da una fonte esterna al cervello, indipendentemente che la fonte sia situabile all'esterno o all'interno del corpo. Come può esistere un'interiorità, un "dentro di noi", quando noi stessi in realtà non siamo altro che un'apparenza, un'immagine, uno schema predeterminato di pensieri, calcoli, desideri, paure, emozioni, reazioni chiamato personalità, una continua trasposizione nel presente di una memoria concettuale?!

Perché amiamo tanto la paradossale "esperienza" del dormire? Quando dormiamo noi non siamo: se ci siamo, il dormire non c'è; se c'è il dormire, non ci siamo noi. Appare solo un disturbo nel sonno a causa del riapparire dell'immagine di noi stessi come personaggio nei sogni. Ogni notte andiamo a "morire" allegramente, pregustando l'approssimarsi del nostro sprofondare nell'oblio, nell'inesistenza, e ogni mattina rinasciamo con la memoria di chi siamo stati, con i desideri di chi vorremmo essere e di cosa vorremmo avere, insieme alle paure che li accompagnano. Tutto questo accade senza che ci sia nessuno a determinarlo. Noi siamo solo portanome rappresentanti dell'azione di cui modifichiamo solo forme e colori, entro i limiti di quanto crediamo di essere in grado di essere e fare. Giungerà presto lo scoccare della mezzanotte e il ballo, qualsiasi ballo, sarà terminato, poiché qualsiasi cosa abbia un inizio, avrà un termine (il termine è contenuto già nell'inizio).